6 Dicembre 1921 GENOVA nasce Vezio MELEGARI

6/12/2023

Di famiglia zaratina, nato ad Igalo,
piccolo paese delle Bocche di Cattaro
nell'attuale Montenegro, dove il padre
lavorava temporaneamente. Visse a Zara
fino al 1922, quando con la famiglia si
trasferì a Gorizia. Scoprì il futurismo a
quindici anni, mentre era studente
all'istituto tecnico della città,
influenzato nei suoi primi lavori da
Giacomo Balla e Enrico Prampolini. Nel
1928 volò per la prima volta, e l'anno
successivo quando nacque l'aeropittura
futurista, si mise in contatto con Filippo
Tommaso Marinetti entrando ufficialmente
nel movimento futurista nel 1929. Il suo
entusiasmo per il volo e la sua esperienza
di pilota influenzò la sua produzione
artistica. Dopo le sue prime mostre in
Italia, nel 1932 Marinetti lo invitò ad
esporre a Parigi, alla mostra di
aeropittori italiani. Negli anni 1930 i
suoi dipinti divengono realistici, avendo
l'intento di comunicare allo spettatore
l'esperienza del volo. Il suo lavoro più
noto, Incuneandosi nell'abitato (1939),
mostra un tuffo aereo dal punto di vista
del pilota, con gli edifici sottostanti
rappresentati in una prospettiva
vertiginosa. Crali espose le sue opere a
Trieste e a Padova. Partecipò alla
Quadriennale di Roma nel 1935, 1939 e
1943, e alla Biennale di Venezia nel 1940.
Nel 1936, alle Olimpiadi di Berlino,
espose alla Mostra internazionale d'arte
sportiva. Le abilità declamatorie di Crali
e la sua amicizia con Marinetti gli
consentirono di organizzare serate
futuriste a Gorizia, Udine e Trieste, dove
lesse il manifesto Illusionismo plastico
di guerra e perfezionamento della terra,
firmato insieme a Marinetti. Pubblicò
inoltre il Manifesto delle parole musicali
- Alfabeto in libertà. Sopravvissuto alle
stragi di fine guerra, rimase fedele alla
poetica futurista. Dapprima esercitò a
Torino, si trasferì poi a Parigi (1950 -
1958, in quegli anni ideò le sassintesi),
dal 1958, al 1961, insegnò Disegno e
Storia dell'Arte al Liceo Scientifico
"Vittorio Veneto" di Milano, dove cominciò
a raccogliere e catalogare le carte e i
documenti che lo riguardavano; quindi al
Cairo (1962 - 1966, insegnò alla scuola
d'arte italiana). Nel 1999 ha donato il
suo fondo all'Archivio del '900 del Mart
di Rovereto, insieme a 41 opere, cui,
nell'anno della morte, faranno seguito
altre 48. Morì a Milano il 5 agosto 2000,
per sua espressa volontà, è sepolto nel
cimitero di Macerata, città conosciuta nel
1943 quando era al fronte.