“Il padre del cantautore Lucio Battisti militò nella Guardia Nazionale Repubblicana della RSI”

25/11/2020

Lo afferma il ricercatore storico Pietro Cappellari

Nettuno (Roma), 25 Novembre 2020 – Ieri, il giornalista Paolo Giordano sulle pagine del quotidiano “Il Giornale”, ha sollevato la questione dei presunti finanziamenti alla destra politica del cantautore Lucio Battisti. In un articolo pubblicato oggi, il giornalista torna sull’argomento e porta testimonianze che indicano il padre di Battisti come facente parte delle Camicie Nere e vittima di un “pestaggio” da parte di alcuni partigiani.

Nella questione si inserisce il ricercatore storico Pietro Cappellari. Nel suo libro Rieti Repubblicana 1943-1944, edito da Herald Editore nel 2015, dedicato alla storia della Repubblica Sociale Italiana nel territorio reatino, lo scrittore attesta che Alfiero Battisti era un Brigadiere in servizio presso la 116a Legione della GNR di Rieti.

“Nel dopoguerra – racconta Pietro Cappellari – due esponenti del PCI locale lo denunciarono alle Autorità per essere stato Volontario nelle Campagne di guerra in Grecia e Albania, inquadrato nella Milizia fascista, promosso per meriti fascisti e proposto al grado di Ufficiale sempre per meriti eccezionali. I due comunisti lo accusarono di essere un ‘usurpatore’ e una ‘spia’, benché il Battisti avesse aiutato alcuni sbandati alla macchia [durante la RSI]. Nonostante fosse stato ammonito dai ribelli, il Battisti aveva proseguito il servizio nella Guardia Nazionale Repubblicana e quindi il PCI e i sedicenti partigiani si auguravano nella loro denuncia che al più presto questa ‘feccia d’Italia’ potesse essere ‘distrutta’.

A seguito di questo esposto, il 6 Marzo 1945 Alfiero Battisti fu arrestato, ma rilasciato tre giorni dopo poiché le indagini effettuate nei mesi precedenti fecero cadere tutte le accuse. Anzi, i due firmatari smentirono le loro stesse dichiarazioni – conclude Cappellari – uno ammise «di aver firmato la denuncia in buona fede» mentre l’altro, Segretario del locale PCI, dichiarò di essere stato lontano da Puggio Bustone all’epoca dei fatti e di aver firmato la denuncia «basandosi unicamente su delle voci pervenutegli al suo ritorno»”.

AresAN