FIUME TRINCEA D’ITALIA

20/2/2019

Uscito l’ultimo lavoro di Pietro Cappellari sulla nascita del fascismo

La Herald Editore ha annunciato l’uscita dell’ultimo studio del ricercatore nettunese Dott. Pietro Cappellari: Fiume trincea d’Italia. Il diciannovismo e la questione adriatica: dalla protesta nazionale all’insurrezione fascista 1918-1922. Il volume di 680 pagine, 1.600 note al testo e 1.400 persone citate rappresenta la sedicesima pubblicazione del prolifico studioso di Nettuno, una pubblicazione destinata a diventare un caposaldo degli studi storici revisionisti sulla nascita del fascismo.

«Durante il 2019 – ha dichiarato Cappellari, Direttore del prestigioso periodico “L’Ultima Crociata” – ricorreranno una serie di centenari fondamentali per la storia della nostra Nazione: dalla fondazione dei Fasci all’Impresa di Fiume. Davanti a questi eventi ci è parso giusto ripercorrere la storia di quegli anni, cercando di riportare l’analisi dell’impresa dannunziana al centro di una nostra riflessione, superando schemi preconfezionati o interpretazioni cristallizzatesi nel duello “pro” o “contro”. Soprattutto, presentando il fiumanesimo – l’espressione politica di quell’esperienza rivoluzionaria – come una delle più originali componenti di quel complesso mondo che fu il “diciannovismo”. Il diciannovismo – da non confondere con il nazionalismo propriamente detto – fu l’evoluzione politica dell’interventismo di sinistra come sviluppatosi nel 1915. Repubblicani, socialisti, anarco-interventisti, sindacalisti rivoluzionari, all’indomani della Grande Guerra, si trovarono proiettati in una nuova dimensione politica in cui il valore della Nazione si elevò a “mito”, fondendosi con la tradizionale rivendicazione di una più vera ed alta giustizia sociale. Questa eterogenea galassia della sinistra nazionale – repubblicana, anticlericale ed antisocialista – produsse quattro movimenti caratteristici del diciannovismo: il futurismo politico, l’arditismo, il fascismo e, per l’appunto, il fiumanesimo.
D’Annunzio, nell’Estate 1919, fu colui che riuscì a tramutare in atto concreto quella “tentazione golpista” che si era sempre più diffusa nelle sfere militari e di cui si facevano propagandisti i nazionalisti. Riuscì a far convergere sulla sua persona anche tutti quei diciannovisti che si proponevano, da sinistra, l’abbattimento del Governo e – in molti casi – anche della Monarchia. La sintesi dei due estremi (nazionalismo e diciannovismo) fu trovata nella rivendicazione di Fiume italiana come progetto eversivo antigovernativo.
Essendo il fiumanesimo finito con la caduta della Reggenza (Natale di Sangue del 1920), fu il fascismo – ed in particolar modo lo squadrismo – ad ereditare quella visione del mondo e quel modo d’agire proprio di quella esperienza. Il 28 Ottobre 1922, quei propositi eversivi ereditati dall’esperienza fiumana ed assimilati dallo squadrismo, porteranno le camicie nere al potere. Anche in questo caso, il richiamo all’impresa fiumana non fu secondario e non fu limitato ai fascisti che insorgevano».
Il volume, che si inserisce nel pieno delle manifestazioni per il Centenario della fondazione dell’Associazione fra gli Arditi d’Italia (1° Gennaio 1919) e dei Fasci Italiani di Combattimento (23 Marzo 1919), rappresenta il primo studio di una serie che, nel corso dell’anno, vedranno luce allo scopo di far chiarezza su uno dei periodi più interessanti della storia italiana, superando la vulgata corrente che ha distorto e plagiato la realtà dei fatti. Un altro muro che viene giù. Per sempre.
Valeriana Rossellini