L’OPERAZIONE “PHÖNIX” NELLE CARTE DEL COL. D’AURIA Il tentativo germanico di “assorbire” l’Aeronautica Nazionale Repubblicana (25 Agosto 1944)

20/4/2020

di Pietro Cappellari

I rapporti tra Italiani e Tedeschi nella Repubblica Sociale Italiana si prestano ad una serie di riflessioni che conducono tutte ad una constatazione generale, ma comunque inequivocabile, ossia al fatto che i Generali del Reich guardarono sempre con sospetto ogni tentativo di organizzare indipendenti Forze Armate da parte dei fascisti della RSI. Questo comportò non solo un pauroso ritardo nella costituzione, nell’addestramento e nell’impiego di reparti operativi repubblicani sulla linea del fronte, ma anche una serie di attriti e conflitti che contraddistinsero tutti i 600 giorni della Repubblica di Mussolini.
In un nostro studio già abbiamo parlato dell’Operazione “Ursula”, con la quale si rischiò la liquidazione delle Divisioni “Italia” e “Littorio” in addestramento in Germania1. Simile operazione riguardò, sempre nell’Estate 1944, l’Aeronautica Nazionale Repubblicana.
Il 4 Giugno, infatti, era caduta Roma e gli eserciti angloamericani marciavano velocemente nel Centro Italia, con una progressione che nessuno sapeva se e quando si sarebbe fermata. Il 20 Luglio, poi, vi era stato l’attentato ad Hitler che aveva diffuso la paranoia in tutti gli Ufficiali delle Forze Armate germaniche, Luftwaffe compresa. In questo drammatico scenario, il Comandante della II Luftflotte (Italia) Wolfram Von Richtofen, oppositore dell’autonomia dei Comandi dell’ANR e fortemente polemico con i “burocrati” del Ministero della RSI, decise di tentare un “colpo di mano” e sciogliere l’Aeronautica Nazionale Repubblicana, inquadrando tutti gli uomini in una Legione Aerea Italiana alle dirette dipendenze germaniche. Questo per una semplice, quanto ottusa, constatazione: se l’intero territorio italiano sarebbe stato invaso, gli aerei dovevano riparare nel Reich per continuare la battaglia e non - come ipotizzava il Generale tedesco - arrendersi e, magari, come era avvenuto l’8 Settembre, passare dalla parte del nemico.
Al comando di questo nuovo Fliegerkorps, vi sarebbe stato il Sottosegretario all’Aeronautica e Capo di Stato Maggiore dell’ANR, il Generale di Brigata Aerea Arrigo Tessari, filo-tedesco, affiancato ovviamente da Ufficiali germanici che avrebbero controllato l’intera struttura.
La situazione giunse al limite per Von Richtofen quando Mussolini nominò, il 26 Luglio 1944, nuovo Sottosegretario all’Aeronautica il Gen. Manlio Molfese, con il compito proprio di limitare le ingerenze dei Tedeschi sull’ANR. Ma non solo. Il 20 Agosto seguente, il Gen. Tessari dovette anche rinunciare alla carica di Capo di Stato Maggiore.
Fu così che il 25 Agosto scattò l’Operazione “Phönix”: le caserme circondate, le guardie disarmate, il personale italiano adunato e interrogato sull’adesione alla nuova Legione Aerea.
Il “colpo di mano” fallì miseramente in poche ore, per l’opposizione degli Ufficiali italiani, semplicemente disgustati dal comportamento indegno tenuto da quelli che consideravano degli alleati, al fianco dei quali erano disposti a morire, non certo a prendere ordini. Si deve sottolineare che anche alcuni Ufficiali tedeschi si rifiutarono di partecipare all’operazione, per lealtà nei confronti dei camerati italiani. Tra questi von Maltzahn che, il 23 Agosto, fu allontanato dall’Italia.
Favorevoli, invece, all’operazione furono il già citato Gen. Tessari, il Col. Tarcisio Fagnani e il Ten. Col. Tito Falconi, ma anche elementi di truppa e qualche altro Ufficiale che credette vera la notizia che la decisione era stata presa in accordo con il Governo della RSI.
Particolari gravi furono le reazioni presso il I Gruppo Caccia, dove il personale decise di dare fuoco a 30 aerei; mentre presso il II Gruppo Caccia i contendenti si fronteggiarono con le armi spianate.

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Il carteggio conservato da Francesco d’Auria, figlio di uno di questi Ufficiali, ci permette di fare chiarezza su ciò che avvenne in quelle ore a Milano.
Il Col. Giovanni d’Auria nella RSI aveva un incarico di alta responsabilità essendo Ispettore dei Campi d’Aviazione e dei Reparti dell’ANR, nonché Comandante delle Guardie della Aeronautica Nazionale Repubblicana con giurisdizione su tutto il territorio della Repubblica Sociale Italiana. L’incarico comprendeva la responsabilità della protezione dei velivoli, degli aeroporti e dei magazzini. Per i suoi compiti aveva l’obbligo di spostarsi presso ogni sede della ANR e presso gli aeroporti, anche in zone infestate dai ribelli2.
Il Col. d’Auria fu, come abbiamo detto, coinvolto nell’Operazione “Phönix” ed ebbe parte attiva nella opposizione all’azione di Von Richtofen. Scritti di suo pugno furono infatti i due rapporti, in seguito menzionati, con i quali si informava, tramite le gerarchie, il Duce, di quanto stava accadendo.
Il mattino del 25 Agosto 1944, il Magg. Garimberti, Ufficiale di collegamento con le Forze Armate del Reich della 1a Z.A.T. trasferito a Milano dopo la ritirata da Firenze, chiamò il Ten. Palmieri, Capo del Plotone telecomunicazioni, e ordinò di bloccare tutte le linee telefoniche interne ed esterne della Zona.
Alle 8:20, su ordine del Magg. Garimberti, un gruppo di soldati germanici si recò presso l’Autoreparto dell’ANR di Milano in Via Costanzo Ciano, ordinando a tutto il personale presente di recarsi al Comando della Z.A.T.
Alle 8:40, tutti gli accessi del suddetto Comando furono sbarrati da sentinelle tedesche armate di mitragliatrici, mentre le Guardie italiane venivano - sempre su ordine del Magg. Garimberti - disarmate.
Fu dato quindi l’ordine di adunata generale. Il Ten. Col. Bagatta presentò la forza al Ten. Col. Aini, in un’atmosfera irreale e di sospetto. Al termine della formalità, il Magg. Garimberti lesse un proclama con il quale si annunciava lo scioglimento dell’Aeronautica Nazionale Repubblicana per ordine del Comandante della 2a Flotta aerea tedesca, “in seguito ad accordi intercorsi con le Autorità (o Governo) italiane”. Il Maggiore continuò offendendo pesantemente gli Ufficiali del Sottosegretariato all’Aereonautica (con sede a Bellaggio), concludendo con un appello all’arruolamento nella Legione Aerea Italiana o nella Flak.
L’episodio lasciò tutti di stucco e profondamente indignati, anche per le parole usate contro i Comandanti superiori. Pochi furono coloro che si recarono presso l’Ufficio arruolamento approntato per l’occasione con grandi fotografie di Mussolini e Hitler, ma anche di Göring e Von Richtofen.
Alle 11:00, visti gli scarsi risultati ottenuti, il Magg. Garimberti - affiancato dal S.Ten. Dendi e dal Mar. Gonzales - convocava una nuova adunata generale. L’Ufficiale italiano spiegò che non sarebbe stato necessario fare nessun nuovo giuramento, in quanto quello prestato alla RSI restava valido a tutti gli effetti, anche se nel nuovo inquadramento tutti sarebbero stati soggetti al regolamento di disciplina e al codice militare germanico.
Anche la seconda adunata non diede gli esiti sperati.
Come annotò il Col. d’Auria in una dettagliata denuncia inoltrata al Sottosegretario di Stato all’Aeronautica il 2 Settembre 1944:
[Il proclama letto durante l’adunata] ha determinato fra tutti i componenti dell’Aeronautica:
- L’impressione della inesistenza di un Governo Repubblicano valido, giacché sul territorio nazionale repubblicano, a truppe repubblicane legalmente costituite ed ufficialmente riconosciute, il loro scioglimento è stato comunicato in nome del Comandante della Flotta aerea tedesca che, di colpo, ha ritenuto di poter annullare un giuramento con il quale i soldati repubblicani hanno volontariamente impegnato il loro onore;
- Un panico, accentuato e diffuso fra la truppa che, vedendo circondati gli edifici ed essendo stata impedita di uscire se non dopo di aver aderito alla Legione Aerea Italiana e con permesso tedesco, ha temuto il peggio;

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- La presenza di numerose, inevitabili diserzioni; mentre è anche da presumere che tanti, che hanno aderito alla costituzione della Legione, lo abbiano fatto solo per poter in un primo tempo uscire dalle caserme e poi allontanarsi;
- L’impressione di disconoscimento degli sforzi che l’Aeronautica Repubblicana ha compiuto fino ad oggi, malgrado il deliberato diniego di appagamento di quasi tutte le richieste e le troppe difficoltà opposte.
Il gesto compiuto in un momento in cui fra i militari vigeva già uno stato di evidente preoccupazione per il procedere delle operazioni belliche, messo in relazione col mancato appagamento delle richieste e con lo stato di soggezione nel quale vengono tenute le Forze Armate Repubblicane, considerate non alleate ma soggette, ha indotto molti militari a dubitare, fondatamente, sulla reale volontà degli alleati tedeschi di averci al loro fianco nell’opera di ricostruzione europea ed italiana.
Difatti, l’Aeronautica Repubblicana pur avendo dato il primo contributo di sangue e continuando a darlo abbondantemente ogni qualvolta le sono fornite le armi necessarie, ora langue nell’inazione, malgrado il buon numero di Volontari, per la deficienza di mezzi vanamente richiesti per i corsi di pilotaggio.
[…] È indiscusso che se avessimo avuto tali mezzi, in misura sufficiente e proporzionale al gran numero percentuale accorso ai bandi, noi avremmo potuto riavere al completo la nostra aviazione.
Il personale dell’Aeronautica ha ripreso le armi giurando fedeltà alla Repubblica credendo in essa e nel suo avvenire, la serve ed intende continuare a servirla. Esso non può non ritenere contrario alla sua posizione giuridica e morale il ricevere ordini di qualsiasi genere che non provengano, almeno formalmente, dal suo Governo, attraverso le Autorità militari riconosciute.
Lo stesso personale dell’Aeronautica, come quello delle altre Forze Armate, ha ormai troppe volte manifestato il suo preciso intendimento di vestire la divisa italiana, di appartenere giuridicamente e di fatto alle Forze Armate italiane, di lavorare per la salvezza e la rinascita dell’Italia. Ogni imposizione contraria ha dato e continuerà a dare effetti assolutamente negativi, produrrà la distruzione di quanto si è creato con fatica, porterà all’aumento delle forze ribelli.
Il gesto tedesco - pur essendosi limitato all’Aeronautica - non potrà far sentire le sue dannose conseguenze anche presso le altre Forze Armate.
Il desiderio comune al personale è quello che - mantenuta l’Aviazione repubblicana come Forza Armata della Repubblica - si proceda rapidamente al suo rafforzamento, mediante l’auspicato aumento dei reparti e mediante una sollecita, serena e severa selezione di tutti i suoi componenti, che porti all’allontanamento definitivo di tutti coloro che, per deficienza di fede, di qualità morali e professionali, o per altre qualità negative non possono essere che di danno.
Comunque è necessario ed urgente stabilire la posizione di diritto delle Forze Armate Repubblicane nei confronti delle Forze Armate germaniche e stabilire con esattezza inequivocabile i rapporti - di servizio e disciplinari - che debbono intercorrere fra le une e le altre.
Tanto in considerazione che tutto indistintamente il personale dell’Aviazione repubblicana è fermamente deciso a dare la sua completa e leale collaborazione purché tutelata dal decoro e dalla dignità indispensabili ad ogni soldato.
In una lettera-denuncia del 5 Settembre, il Col. d’Auria tornava su quanto avvenuto, sulle offese pronunciate dagli Ufficiali germanici contro i Comandanti dell’ANR, chiedendo la punizione e l’allontanamento di tutti gli Ufficiali di collegamento del Reich complici dell’Operazione “Phönix”.
Come abbiamo detto, il tentativo di Von Richtofen fallì miseramente, creando altresì frizioni ed attriti che condurranno, dopo una dura lettera di Mussolini ad Hitler, al suo richiamo in Patria.
Tuttavia, lo scandaloso comportamento dell’alleato germanico, che già dai primi di Agosto non riforniva di carburante i piloti della RSI, comportò non solo una profonda delusione tra il personale, ma anche tre mesi di blocco delle attività militari. Solo in Autunno, infatti, gli aerei della Aeronautica Nazionale Repubblicana poterono riprendere il volo a difesa delle città italiane massacrate dai bombardamenti terroristici angloamericani.
I piloti della Repubblica Sociale tornarono così a solcare i cieli d’Italia in una battaglia impari che li vide contrapposti anche a forze venti volte superiori. Il loro sacrificio va, comunque, ricordato perché onora la storia militare della nostra Nazionale. Il sacrificio del personale impegnato nei trasporti sul fronte russo, quello della specialità Aerosiluranti, quello dei Gruppi Caccia, cui si riconoscono 227 aerei nemici abbattuti, più altri 93 probabili. Senza dimenticare coloro che, a guerra finita, disarmati, furono soppressi dai partigiani, colpiti a tradimento nella “Primavera di sangue” del 1945.

1 Cfr. P. Cappellari, La Guardia della Rivoluzione. La GNR nel 1944: organizzazione ed impiego militare, Herald Editore, Roma 2017, vol. II, pagg. 277-281.
2 Cfr F.P. d’Auria, Giovanni d’Auria Pilota, Roma 1998.